domenica 28 dicembre 2008

Storia del tè in Occidente


Il tè è arrivato in Europa tra il XVI e il XVII secolo. In questo periodo i portoghesi importavano il tè verde giapponese anche della qualità “Maccha” e nel XVIII secolo gli inglesi commercializzarono il tè cinese. Successivamente in Europa continentale arrivò il caffé, poiché in tali zone l’acqua era dura, quindi il tè non era una bevanda adatta a quell’ambiente. Fu così che in quell’epoca, a parte l’Inghilterra, si diffuse maggiormente il caffé.

All’epoca in cui il tè venne introdotto in Inghilterra, lo zucchero e gli agrumi erano molto costosi e lo zucchero era considerato una medicina. Perciò i nobili e i benestanti per ostentare la loro ricchezza mettevano lo zucchero nel tè. Allo stesso modo durante il trasporto navale soltanto alcuni membri dell’equipaggio delle navi come il capitano e il comandante aggiungevano al tè agrumi come il limone per mettere in mostra il loro potere.
Al contrario coloro che svolgevano lavori pesanti utilizzavano il latte in aggiunta al tè per togliere la stanchezza.

Quando venne introdotto il tè, in Inghilterra era normale fare due pasti al giorno. Perciò per placare il senso di fame dopo pranzo nacque l’abitudine di bere il tè insieme a una merenda.
Questo fu l’inizio del tipico “afternoon tea” inglese.

Inoltre il tè venne importato dall’Inghilterra in America, all’epoca una delle sue colonie. A tale colonia veniva applicata un’imposta coloniale considerata dai cittadini americani eccessivamente elevata e questo portò a violente proteste che sfociarono nella “rivolta del club del tè di Boston ”. In seguito scoppiò la guerra per l’indipendenza americana.
Questo fu il motivo per cui in tutta l’America si è diffuso maggiormente il caffé rispetto al tè.