lunedì 22 dicembre 2008

Il segreto del nigiri sushi


La preparazione del sushi nigiri è uno spettacolo, come se fosse il matador della corrida o l'incontro con il campione dei pesi massimi della boxe.

Se al sushi-bar lavorano due sushi-men, il maestro prepara il nigiri e l’aiuto-cuoco assiste preparando i maki (rotoli)

Il nigiri è chiamato anche Edo-mae sushi (letteralmente “sushi di fronte a Tokio” e significa "il mare di Tokio". Edo è l’antico nome della capitale giapponese prima che diventasse tale), anche perché questo stile di sushi è stato creato proprio in questa città.
Tuttavia il sushi esisteva già da molto prima ed è nato nella zona del Kansai.

La preparazione del nigiri richiede velocità e allo stesso tempo sensibilità delle mani. Gli abitanti di Edo (edokko) hanno un detto “Kaji to kenka wa Edo no hana” ( l'incendio e la rissa sono i fiori per gli abitanti di Edo)
Ancora oggi ci sono Edokko nel distretto di Asakusa e Katsushika cosiddetti “Shitamachi” e sono orgogliosi del loro tipo di eleganza, caratterizzata non da raffinatezza ma da dinamismo e semplicità, che viene indicata con la parola “iki”(粋).

Prima di iniziare la preparazione il sushi man si inumidisce le mani con acqua contenente qualche goccia di aceto preparata nella ciotola. Questo svolge un’azione disinfettante e impedisce al riso di attaccarsi alle mani quando si raffredda.

Il sushi- chef per prima cosa prende il riso con la mano destra e prepara una pallina e poi con la mano sinistra prende con il pollice e l’indice una fetta del pesce evitando di trasmettergli la temperatura corporea.

Tiene la pallina di riso leggermente con il pollice, il medio e l’anulare e intinge l’indice nella salsina verde “wasabi” e la spalma sulla fettine di pesce.

In pochissimi secondi il lavoro sarà finito, ma vale la pena sapere che cosa succede in questi ultimi secondi.

Muovendo la mano sinistra dalla posizione verticale a quella orizzontale, il pesce ha contatto con il palmo della mano solo in questo istante e la pallina di riso viene quindi appoggiata sulla fettina di pesce.

Con il pollice sinistro si fa il buco sulla pallina del riso e con l’indice e il pollice della mano destra si forma un incavo lungo e in seguito viene capovolto in modo che il pesce da sotto torni sopra e vi rimanga fino alla fine dell’operazione sulla mano sinistra tra il palmo e le quattro dita.

Esistono diversi metodi per effettuare i capovolgimenti e ognuno di essi ha un nome.
Le relative tecniche verranno spiegate in un secondo momento.

Ora il soggetto è già capovolto, poi senza sosta e con un movimento invisibile si esercita una leggera pressione con il pollice e il medio della mano destra sul fianco tra il pesce e il riso in modo che l’incavo si chiuda e dentro la pallina rimanga uno spazio vuoto e la forma del pesce bombata, lunga e stretta.

Subito dopo, avvicinando le quattro dita e il palmo, si esercita un’altra pressione sul pesce con l’indice e il medio allineati (oppure solo con l’indice)

Con il police e il medio della mano destra si prende il pesce verso il pollice sinistro e lo si ruota di 180° in senso orario e ripete due tipi di pressione diversi.

Il procedimento illustrato sopra serve per non schiacciare né il pesce né il riso.
In particolar modo và detto che il riso deve avere una consistenza piacevole da masticare, quindi dentro è vuoto però il pesce e il riso devono essere uniti bene in modo che chi lo mangia riesca ad intingere la parte di riso con sopra il pesce nella salsa di soia senza che il pesce cada.

Anche se la temperatura del riso è quella di corpo umano, quella della mano non deve essere trasmessa, o, comunque, ciò và evitato il più possibile. Quindi in soli pochi secondi il pezzo di nigiri deve essere pronto.

Quando il nigiri è pronto, il riso e l’aria comiciano a riscaldare il pesce. L’aria ossigena il pesce e il riso comincia a raffreddarsi. Perciò il pesce viene tagliato all’ultimo momento e deve essere mangiato al più presto prima che il pesce e il riso raggiungano la stessa temperatura.

Si consiglia di non conservare il nigiri a lungo né a temperatura ambiente né in frigorifero. Infatti il massimo della bontà si può gustare solo nel momento in cui il sushi-chef lo consegna al cliente direttamente attraverso il bancone subito dopo la preparazione.

Coltelli giapponesi



Esistono diversi tipi di coltelli giapponesi. I tipi piu usati nella cucina giapponese sono il deba bocho (mannaia da cucina), il nakiri bocho e l'usuba bocho (coltelli da verdura giapponesi), il tako hiki e il yanagi ba (coltelli per affettare per il sashimi).


Attualmente i coltelli vengono solitamente prodotti in acciaio inossidabile, ma tradizionalmente erano fatti con lo stesso acciaio al carbonio delle katana, e i coltelli piu costosi hanno una qualità simile a queste. Infatti contengono un nucleo interno di acciaio duro e friabile, ricoperto da uno spesso strato di acciaio piu morbido e duttile (talvolta inossidabile), così che l'acciaio duro risulti esposto solo sul filo tagliente.
Gran parte della coltelleria di alta qualità giapponese proviene da Sakai.


La produzione di coltelli inizio nel XVI secolo, quando il tabacco venne introdotto in Giappone dai portoghesi, e Sakai inizio a fabbricare coltelli per tagliare il tabacco. L'industria coltelliera di Sakai ricevette una notevole spinta dallo Shogunato Tokugawa (1603-1868), che garantì a Sakai uno speciale marchio di approvazione che ne miglioro la reputazione di qualità (e secondo alcune fonti costituì un monopolio). Durante il periodo Edo (1603-1867, o più precisamente l'epoca Genroku (1688-1704) vennero prodotti i primi deba bocho, seguiti ben presto da un'ampia gamma di altri modelli. Ancora oggi la fabbricazione di coltelli da cucina e di prodotti correlati e un'industria importante a Sakai.


L’immagine e relativa ad un coltello da utilizzare con la mano destra.


Per effettuare il taglio della fetta del pesce si usa quasi tutta la lama del coltello con un movimento avanti e indietro. La lama deve essere affilatissima: si taglia con il peso del coltello che si sposta in un unico movimento.


Differenti dai coltelli occidentali, quelli giapponesi sono spesso affilati in modo da essere taglienti solo su un lato, ovvero la smussatura e solo su un lato. Altri sono angolati su entrambi i lati, e alcuni su un lato solo, mentre il lato opposto e piatto. Si pensa che una lama angolata solo da un lato tagli meglio e in modo piu netto, ma richiede più abilità nel suo uso rispetto a una lama angolata su entrambi i lati. Solitamente e il lato destro della lama ad essere angolato, poichè la maggior parte delle persone usano il coltello con la mano destra. Tuttavia esistono anche lame per mancini, anche se solitamente sono più costose. Nonostante siano angolati solo su un lato, molti coltelli sono affilati su ambo i lati, quello piatto e quello angolato. Alcuni coltelli di alta qualità, comunque, hanno acciaio indurito su tutto il lato piatto e sono affilati solo sul lato angolato.


I cuochi professionisti giapponesi normalmente utilizzano un loro set personale di coltelli, che non vengono usati da altri e alcuni ne possiedono due che vengono utilizzati alternativamente ogni giorno. Alla fine della giornata, una volta terminato il suo utilizzo, il set viene lasciato riposare per un giorno per rimuovere qualsiasi odore o sapore metallico che puo essere dato ai cibi tagliati con i coltelli.
Fonte: wikipedia