venerdì 26 dicembre 2008

Storia della cucina giapponese al di fuori del proprio arcipelago

Nel corso della diffusione dell’arte culinaria giapponese all’estero, dopo solo vent’anni dalla guerra contro gli alleati, in America nacque un ristorante aperto da un nippo-americano di nome Rocky Aoki che si chiama “Benihana” specializzato nel “Teppanyaki” (carne alla griglia sulla piastra) e che ha attirato il pubblico americano grazie al fascino della preparazione dei piatti di fronte ai clienti con una splendida performance. Da questo momento in poi il ristorante giapponese ha cominciato a farsi conoscere.

In seguito, grazie alla crescita economica nipponica, insieme agli sviluppi tecnologici e agli scambi culturali, e ritenendo che la proverbiale longevità del popolo giapponese fosse dovuta al tipo di alimentazione, gli americani cominciarono ad apprezzare anche l’arte culinaria del Sol levante.

I piatti maggiormente conosciuti dagli anglo-americani erano il tempura, il teppanyaki e il teriyaki, ma in quell’epoca non riuscirono ad accettare il “sushi”, il tipico piatto con il pesce crudo perché gli anglosassoni non avevano l’abitudine di mangiare il pesce crudo.
Tuttavia, intorno a metà degli anni ’80, si diffuse in America il problema dell’obesità e si cominciò a pensare di mangiare più pesce che carne, riconoscendo il fascino del “sushi” e la sua caratteristica di alimento sano.
Non ci volle molto perché il sushi, tipico piatto nipponico, si diffondesse all’interno di un popolo amante della salute. Tale alimento attirò l’attenzione soprattutto di celebri star hollywoodiane e in America nacque la moda di mangaire il sushi al bancone comunicando con il sushi-chef che trovava davanti a loro e considerando molto piacevole che questo modo di mangiare.
Alla fine degli anni ’90, la Zagat Survey (una guida ai ristoranti in 70 città del mondo) assegnò al locale denominato “Sushi Katsuya” di Studio City ben 28 punti su 30. Grazie al grande successo ottenuto, all’ora di pranzo ogni tavolo veniva apparecchiato tre volte e all’ora di cena ben 6 volte. Invece il ristorante “Matsuhisa”(Nobu), grazie alla collaborazione con Robert De Niro, attore cinematografico, la fama del ristorante oltrepassò il continente americano fino ad arrivare come si sà anche in Europa.

Negli anni ’90 all’ estero, si diffusero altri piatti giapponesi, come: lo shabu shabu, lo yakitori, l’udon, la soba e il ramen.

Attualmente nella California meridionale abitano più di un milione di asiatici dell’estremo oriente e a San Paolo, in Brasile, risiede la stessa cifra di nippo-brasiliani.

A Los Angels ha aperto i battenti la “Sushi Academy” che istruisce i futuri sushi-chef. La cucina del Sol Levante è ormai diventata parte integrante della cucina statunitense. Oggi in America si sono diffuse vere e proprie aziende della ristorazione molto importanti, quali il “Katsuya Group” e il “Sushi Roku Group” focalizzate sulla cucina giapponese sulla quale nutrono grandi speranze.